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Pubblicazione:Torino : Einaudi, 1999
Abstract: "Ogni mio racconto è uno schiaffo allo stalinismo". Così nel 1971 Varlam Salamov definiva con secca, sonora immediatezza i centoquarantacinque Racconti di Kolyma, tragica testimonianza sui gulag sovietici, su "quello che nessun uomo dovrebbe vedere né sapere".
Dalla fine degli anni Venti al dopoguerra milioni di persone vennero deportate e morirono nei lager staliniani, e alla Kolyma, regione desolata di tundra e ghiacci dove "uno sputo gela in aria prima di toccare terra", Salamov ri ...;
[Read more...]"Ogni mio racconto è uno schiaffo allo stalinismo". Così nel 1971 Varlam Salamov definiva con secca, sonora immediatezza i centoquarantacinque Racconti di Kolyma, tragica testimonianza sui gulag sovietici, su "quello che nessun uomo dovrebbe vedere né sapere".
Dalla fine degli anni Venti al dopoguerra milioni di persone vennero deportate e morirono nei lager staliniani, e alla Kolyma, regione desolata di tundra e ghiacci dove "uno sputo gela in aria prima di toccare terra", Salamov rimase confinato dal 1937 al 1953. L'anno successivo, subito dopo il ritorno a Mosca, tassello dopo tassello Salamov cominciò a comporre il suo monumentale mosaico contro l'oblio, il suo poema dantesco sulla vita e sulla morte, sulla forza del male e del tempo. Questa cronaca o, meglio, questo vivo documento contro il regime stalinista, viene ora pubblicato per la prima volta in Italia nella sua totalità.