1
Monograph to Print
Monograph to Print
Pubblicazione:Novara : Mondadori De Agostini, 1987
Abstract: Un giovane scrittore che ha già pubblicato qualche libro con discreto successo viene coinvolto da una serie di telefonate perentorie e dalla propria arrendevolezza in una singolare avventura: dovrà scrivere la sceneggiatura di un film, "La violetta del Prater", che è la tipica commedia sentimentale molto in voga negli anni trenta: nella Vienna del primo Novecento Toni, la spensierata fioraia del Prater, incontra un bellissimo giovane vestito da studente, che in realtà è il principe ere ...;
[Read more...]Un giovane scrittore che ha già pubblicato qualche libro con discreto successo viene coinvolto da una serie di telefonate perentorie e dalla propria arrendevolezza in una singolare avventura: dovrà scrivere la sceneggiatura di un film, "La violetta del Prater", che è la tipica commedia sentimentale molto in voga negli anni trenta: nella Vienna del primo Novecento Toni, la spensierata fioraia del Prater, incontra un bellissimo giovane vestito da studente, che in realtà è il principe ereditario di Borodania in incognito...
Fin qui, tutto normale, o quasi. Meno normale il personaggio del regista incaricato di dirigere il film: Friedrich Bergmann, un ebreo viennese dalla testa riccia di un imperatore romano, e dai neri occhi asiatici, estroverso a un poco gigione, che ha dovuto lasciare la famiglia in Austria. Siamo a Londra, nei mesi di quel 1933 in cui il nazismo celebra con cupa teatralità il processo per l'incendio del Reichstag; e Bergmann, al tavolo di uno squallido ristorante con il giovane amico, si abbandona a profezie catastrofiche: "vede" la guerra, i massacri, i bombardamenti, i roghi dei libri, il culto del Fuhrer. Davanti alla tempesta che addensa le sue nuvole, che senso ha lavorare a un'operetta scacciapensieri? Bergmann ha pronta una sua risposta: in fondo il dilemma del principe di Borodania è lo stesso di tanti scrittori o artisti che si vogliono rivoluzionari ma non saprebbero mai rinunciare alle comodità borghesi in cui sono nati e cresciuti. La storia elementare del film e le peripezie della lavorazione fanno da contrappunto a un dialogo tutt'altro che frivolo sul rapporto tra arte e vita. La grande strage viene preparata con la stessa competenza tecnica con cui si gira un film, ma nessuno ci vuol credere.