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Monograph to Print
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Autore:Limonov, Eduard
Pubblicazione:Roma : Odradek, 2004
Abstract: "E poi all’improvviso ti svegli in una via tua e non tua, indossando l’abito di Pierre Cardin, un mitra nella mano destra, un fanciullo, l’amico tredicenne, al fianco sinistro. Tornate alla base; siamo a Beirut, oppure a Hong Kong, e una pallottola ha trapassato la tua spalla sinistra, lasciando intatto l’osso."
Arrivato col flusso della terza ondata migratoria dall’Urss, l’America ammaliatrice l’aveva finalmente accolto in un misero spazio della città simbolo. Sperava, Limonov, in un ...;
[Read more...]"E poi all’improvviso ti svegli in una via tua e non tua, indossando l’abito di Pierre Cardin, un mitra nella mano destra, un fanciullo, l’amico tredicenne, al fianco sinistro. Tornate alla base; siamo a Beirut, oppure a Hong Kong, e una pallottola ha trapassato la tua spalla sinistra, lasciando intatto l’osso."
Arrivato col flusso della terza ondata migratoria dall’Urss, l’America ammaliatrice l’aveva finalmente accolto in un misero spazio della città simbolo. Sperava, Limonov, in un’accoglienza migliore? Difficile rispondere. Con sicurezza, però, sappiamo che ben presto non accettò le regole del gioco che prevedevano una espulsione non già, come in Urss, dal Paese, ma dai luoghi del consumo e dell’identità – sopravvivenza, altro che libertà di espressione! E ciò che per un americano significa alienazione, per un emigrante diventa totale estraneità. La stessa, peraltro, vissuta da tutti i russi capitati lì prima di lui, ma che in Limonov sublima in coscienza letteraria, in delirio rivoluzionario; in riscoperta della tradizione lirica russa, in concitate scene da film di cappa e kalashnikov. Negli anfratti, divincolandosi di tra i rifiuti, convive con la fauna interstiziale, incontra mogli e amanti, alienati e ribelli, mestieri e servizi: tutto in soggettiva, in campi molto corti, con l’occhio incollato alla cosa.
Bentornato, compagno Limonov.