3
Monograph to Print
Monograph to Print
Autore:De Cesaris, Walter
Pubblicazione:Roma : Odradek, 2004
Abstract: Tutte le strade portano a Roma. Può darsi. Di certo, però, nei nove mesi della resistenza romana, tutte le strade portavano al Quadraro. Strade consolari, e poi ferrovie e “tranvetti”. La fame era nera, ma il posto assolutamente ameno: dipinto, acquarellato e poi fotografato per oltre due secoli da legioni di turisti affascinati dai ruderi dell’acquedotto e dalle porte monumentali... Un luogo straordinario, il Quadraro, così carico di storia che nessuno, in quella primavera del 1944, s ...;
[Read more...]Tutte le strade portano a Roma. Può darsi. Di certo, però, nei nove mesi della resistenza romana, tutte le strade portavano al Quadraro. Strade consolari, e poi ferrovie e “tranvetti”. La fame era nera, ma il posto assolutamente ameno: dipinto, acquarellato e poi fotografato per oltre due secoli da legioni di turisti affascinati dai ruderi dell’acquedotto e dalle porte monumentali... Un luogo straordinario, il Quadraro, così carico di storia che nessuno, in quella primavera del 1944, sentiva il bisogno di finire ancora sui libri, col toponimo e la data... Questo episodio fa parte della scia di sangue che a Roma inizia con la razzìa del Ghetto e prosegue con l’eccidio delle Fosse Ardeatine, per poi risalire a S. Anna di Stazzema, Marzabotto, ecc. Episodi che lasciano lo strascico della “memoria divisa”, una ferita che si allunga anch’essa e non si rimarginerà più. Da allora, infatti, le popolazioni così ferocemente colpite reagiscono coltivando memorie contrapposte, distribuendo responsabilità. Nasce quel non innocente argomentare infiorettato di “però”, di fintamente equanime cerchiobottismo: “Certo, i nazifascisti!... però... anche i partigiani... Se... Se se ne stavano calmi e tranquilli ad aspettare l’arrivo dei liberatori... Se si fossero limitati a qualche scritta sui muri... ” . Ai resistenti si contrappone la “zona grigia” degli eterni complici, dei servitori buoni per ogni padrone. Ma non al Quadraro!
Massimo rispetto per una borgata che ha tenuto testa alle SS e alla Wehrmacht, e che in nove mesi ha pesato (“nido di vespe”, “spina nel fianco”) come una divisione corazzata, fiaccando una macchina bellica formidabile come quella tedesca. La memoria è un esercizio da coltivare con cura, spesso duramente selettivo. È bene, dunque, ricordare soprattutto quel popolo in lotta, di cui non ci si potrà mai vergognare.