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Monograph to Print
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Autore:Brignoli, Pietro
Pubblicazione:Varese : Edizioni Arterigere-EsseZeta, 2005
Abstract: All'interno delle attività svolte dall'Associazione "SOS Yugoslavia" in questi anni, un grosso impegno l'abbiamo dedicato a un lavoro di informazione, intendendo per questo non solo la diffusione di aspetti legati all'attualità corrente (svolta questa attraverso il bollettino "Yugoslavia Notizie", i Quaderni Yugoslavia e il sito www.Resistenze.org dove siamo ospitati per le tematiche dei paesi della ex Jugoslavia), ma anche attraverso un lavoro di ricerca e di documentazione storica, c ...;
[Read more...]All'interno delle attività svolte dall'Associazione "SOS Yugoslavia" in questi anni, un grosso impegno l'abbiamo dedicato a un lavoro di informazione, intendendo per questo non solo la diffusione di aspetti legati all'attualità corrente (svolta questa attraverso il bollettino "Yugoslavia Notizie", i Quaderni Yugoslavia e il sito www.Resistenze.org dove siamo ospitati per le tematiche dei paesi della ex Jugoslavia), ma anche attraverso un lavoro di ricerca e di documentazione storica, che permetta a coloro che vogliono approfondire o acquisire strumenti formativi, di reperire dati e aspetti storici spesso poco facilmente reperibili.
Questo il motivo della riproposizione di un vecchio testo editato trentuno anni fa e riguardante fatti del '41-'45, e non certo per motivi editoriali o librari, bensì perché la lettura/riproposizione di questo tragico diario, scritto da un cappellano militare italiano, testimone diretto delle efferatezze e crimini compiuti dal fascismo italiano in quelle terre, che accompagnava o portava l'estremo saluto alle vittime della barbaria fascista italiana, a partigiani, vecchi, donne e bambini, ha un valore incancellabile di memoria storica.
Questo diario fu pubblicato quattro anni dopo la morte del cappellano e fu tagliato nelle sue parti dove, le efferatezze e i crimini superavano anche la "giustificazione bellica" e testimoniavano crudemente la più barbara crudeltà, da parte degli occupatori italiani di quelle terre.
Scorrendo le già terribili pagine del diario pubblico, possiamo solo immaginare cosa descrivessero le parti "censurate", a cosa potevano essere arrivati con la ferocia, che don Brignoli aveva descritto, le truppe italiane occupanti.
Per questa sua testimonianza, legata semplicemente a un senso di umana pietà e dolore per le vittime, e non certo per simpatie personali o ideologiche, essendo egli un convinto anticomunista, scampò per un soffio alla Corte marziale con l'accusa che già si mormorava di scarsa "italianità".
Una cruenta cronaca di crimini e atrocità, che entra a pieno titolo nel dibattito attuale sulla cosiddetta questione Foibe, tornata in auge e sotto i riflettori in questi ultimi mesi, non come continuazione di un "cavallo di battaglia" storicamente patrimonio dei fascisti italiani e della destra, ma come espressione di una linea e interpretazione di "revisionismo storico" a sinistra, forse perché non attenti e profondi conoscitori della storia, dei fatti e delle dinamiche avvenute in quelle regioni nel novecento, o forse per motivi più profondi...