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Autore:Tommaseo, Niccolò
Pubblicazione:Venezia : Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, 2008
Abstract: A Corfù la sera del 10 luglio 1853, nel corso d’una rissa da taverna causata, pare, da un battibecco politico, l’epirota Nicolò Zalappa resta ucciso, con ogni probabilità per mano di Francesco Ricci, esule italiano. Ricci, dapprima condannato ai lavori pubblici a vita, in secondo grado viene messo a morte. Sulla base dei documenti giudiziari, Tommaseo svolge un processo al processo, che si risolve in un atto d’accusa contro la pena di morte. Al pari della Storia della colonna infame ma ...;
[Read more...]A Corfù la sera del 10 luglio 1853, nel corso d’una rissa da taverna causata, pare, da un battibecco politico, l’epirota Nicolò Zalappa resta ucciso, con ogni probabilità per mano di Francesco Ricci, esule italiano. Ricci, dapprima condannato ai lavori pubblici a vita, in secondo grado viene messo a morte. Sulla base dei documenti giudiziari, Tommaseo svolge un processo al processo, che si risolve in un atto d’accusa contro la pena di morte. Al pari della Storia della colonna infame manzoniana, il Supplizio è il testo d’una requisitoria. Tommaseo conduce un discorso appassionato ed eloquente, con tratti di singolare maestria letteraria nello sbalzare l’ambiente e lo sventurato protagonista. Se il presupposto della Colonna infame è che leggi ingiuste non precludono sentenze giuste, quello, ancora più radicale, del Supplizio è che leggi giuste non precludono, per i più deboli, sentenze ingiuste.