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Pubblicazione:Milano : Longanesi, 2007
Abstract: Il 18 settembre 2005 Alex Bellini parte da solo su una barca a remi da Quarto, lo scoglio garibaldino nei pressi di Genova, per la traversata atlantica più lunga della storia: oltre diecimila chilometri lo separano dall'arrivo a Fortaleza, in Brasile. Una sfida estrema, che vede per la prima volta un italiano - e per di più un 'montanaro' nato in Valtellina - sfidare con il solo aiuto dei remi le insidie del Mediterraneo e la vastità dell'oceano, affrontare la fame, gli imprevisti, i l ...;
[Read more...]Il 18 settembre 2005 Alex Bellini parte da solo su una barca a remi da Quarto, lo scoglio garibaldino nei pressi di Genova, per la traversata atlantica più lunga della storia: oltre diecimila chilometri lo separano dall'arrivo a Fortaleza, in Brasile. Una sfida estrema, che vede per la prima volta un italiano - e per di più un 'montanaro' nato in Valtellina - sfidare con il solo aiuto dei remi le insidie del Mediterraneo e la vastità dell'oceano, affrontare la fame, gli imprevisti, i lunghi mesi di solitudine e soprattutto accettare il confronto con emozioni sconosciute. Dopo 226 giorni passati in mare, Bellini arriverà a Fortaleza il 2 maggio 2006. Ma tra la partenza e l'arrivo tutto è cambiato, il mare è stato un grande maestro di vita. "Mi chiamavano montanaro" non è solo il racconto dettagliato di un'impresa da record (la nascita della sfida, la preparazione atletica, la ricerca della barca e dello sponsor, l'aiuto della famiglia e degli amici, i primi due tentativi falliti e il diario di bordo della traversata vera e propria), ma è anche la storia di un ragazzo dagli occhi di ghiaccio che con caparbietà e ostinazione riesce a trasformare un sogno impossibile in realtà. E che vedendo riflesso nel mare se stesso, con le proprie speranze e le proprie paure, e comprendendo il senso di quell'avventura, capirà quanto è difficile il cammino per diventare uomo.