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Pubblicazione:Roma : Sinnos, 1996
Abstract: Durante la seconda guerra mondiale più di 500.000 zingari sono stati sterminati dal nazismo. La persecuzione razziale trova nel Terzo Reich la sede ideale di perfezionamento di un progetto di annientamento che ha radici lontane. Già nel 1912 in Francia si prescrive agli zingari di possedere un certificato antropometrico ben presto richiesto anche in Germania. Qui nel '36 si ipotizza l'esistenza di un gene molto pericoloso, il Wandertrieb o istinto al nomadismo, curabile unicamente con ...;
[Read more...]Durante la seconda guerra mondiale più di 500.000 zingari sono stati sterminati dal nazismo. La persecuzione razziale trova nel Terzo Reich la sede ideale di perfezionamento di un progetto di annientamento che ha radici lontane. Già nel 1912 in Francia si prescrive agli zingari di possedere un certificato antropometrico ben presto richiesto anche in Germania. Qui nel '36 si ipotizza l'esistenza di un gene molto pericoloso, il Wandertrieb o istinto al nomadismo, curabile unicamente con la soppressione o con la sterilizzazione. La ricostruzione storica e le interviste di pochi sopravvissuti hanno sicuramente un valore di testimonianza ma prima di tutto offrono un'occasione di conoscenza di un popolo di cui non si vuol sapere nulla. L'impressionante aridità bibliografica fa parte del meccanismo di cancellazione che parte dalla non volontà di sapere per finire con la sterilizzazione e la morte. La fotografia che precede i testi vede una stupenda bambina romn, Fatima, che sotto il candelabro ebraico, sulla scalinata della sinagoga, si accompagna, sorridente, al rabbino, in occasione di una manifestazione antirazzista. Nel segno della conoscenza di un duplice genocidio, il libro riporta il lettore italiano alle proprie responsabilità, ricordando come i fascisti rastrellavano Sinti e Rom per metterli sui camion diretti ad Auschwitz.