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Filmic material
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Pubblicazione:[Roma] : Internazionale, [2004]
Abstract: Enid e Rebecca, due teen agers che vivono in un mondo tutto loro, hanno paura di perdersi di vista ora che hanno finito le scuole superiori e Enid ha deciso di trasferirsi in un'altra città per frequentare il college. Nel frattempo, mentre Rebecca trova un lavoro per mantenersi e mettere da parte un po' di soldi per l'appartamento che hanno sempre sognato, Enid si innamora di Seymour, un tipo strano, collezionista di vecchi vinili di blues.
"L'ombra lunga del regista Todd Solondz si ...;
[Read more...]Enid e Rebecca, due teen agers che vivono in un mondo tutto loro, hanno paura di perdersi di vista ora che hanno finito le scuole superiori e Enid ha deciso di trasferirsi in un'altra città per frequentare il college. Nel frattempo, mentre Rebecca trova un lavoro per mantenersi e mettere da parte un po' di soldi per l'appartamento che hanno sempre sognato, Enid si innamora di Seymour, un tipo strano, collezionista di vecchi vinili di blues.
"L'ombra lunga del regista Todd Solondz si stende su 'Ghost World' di Terry Zwigoff, ex documentarista che esordisce nel lungo trasportando al cinema l'omonimo fumetto di Daniel Clowes. Le piccole grandi avventure della teenager Enid ci raccontano lo stesso Nordamerica del Solondz di 'Happiness': senza memoria, senza futuro, patria di solitudini e di famiglie disastrate. E i colori caldi della fotografia di Alfonso Beato citano ancora 'Happiness', di cui Daniel Clowes disegnò il manifesto originale. Che Enid sia poi la Thora Birch di 'American Beauty' di Sam Mendes crea un ulteriore collegamento al cinema del disagio Usa. Ma Zwigoff si distacca dai maestri quando al loro pessimismo preferisce uno sguardo ironico su un mondo fantasma che, forse, esiste solo nella testa di Enid. Fino all'ultima sequenza onirica che lascia molto perplessi. Restano come punti forti una colonna sonora blues da urlo e degli attori magistrali. Primus inter pares, l'alienato collezionista di musica di Steve Buscemi, vergognosamente non candidato agli Oscar 2002". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 8 novembre 2002)