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Filmic material
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Pubblicazione:[Roma] : RAI Trade ; Gruppo Editoriale l'Espresso, c2008
Abstract: La storia, rivisitata dalla cultura e dalla sagacia di Luigi Magni, dei primi 244 anni di vita dell’Urbe, da quando ancora non esisteva e i sacri colli erano abitati da figure fantastiche e divisi dal Tevere, il dio Tiberino. Tutti interpretati da Gigi, si avvicendano sulla mirabile scena rotante racchiusa in un imponente cilindro nero, quasi un personaggio a sé, i sette Re e rapidi personaggi di contorno come (in ordine di apparizione): lo stesso Tiberino, Enea (che stavolta non è il ...;
[Read more...]La storia, rivisitata dalla cultura e dalla sagacia di Luigi Magni, dei primi 244 anni di vita dell’Urbe, da quando ancora non esisteva e i sacri colli erano abitati da figure fantastiche e divisi dal Tevere, il dio Tiberino. Tutti interpretati da Gigi, si avvicendano sulla mirabile scena rotante racchiusa in un imponente cilindro nero, quasi un personaggio a sé, i sette Re e rapidi personaggi di contorno come (in ordine di apparizione): lo stesso Tiberino, Enea (che stavolta non è il protagonista e non fa neanche a tempo ad approdare che già deve andarsene), Fauno Luperco (che esordisce con un fulminante "So’ bbrutto, eh?"), il padre degli Orazi (dal quale Gigi attingerà a piene mani per il vecchietto delle favole di molti anni dopo) e Bruto Minore, fondatore della Repubblica (per il quale forse si ispira al Pippo disneyano). Così scopriamo protostoria e pettegolezzi sui sette re, conditi di stupende musiche e quadri da commozione assicurata. Alla rinfusa, e soltanto seguendo il mio gusto personale, ricordo la Foresta delle Camene dove Numa Pompilio faceva l’amore con la ninfa Egeria (trovate questo mese la canzone che faceva parte del quadro); l’intero segmento di Tullo Ostilio, di cui fa parte anche il numerino del padre degli Orazi, che culmina con una splendida morte in scena; il quadro finale sul ponte Sublicio di Anco Marzio; il cambiamento impressionante che si produce nell’intera figura di Gigi nel momento in cui Bruto smette i panni del cretino per indossare quelli del rivoluzionario.