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Pubblicazione:[Milano] : Fondazione Lorenzo Valla : Mondadori, 2021
Abstract: I cavalli degli dèi balzano in aria d'un colpo quanto lontano abbraccia con gli occhi un uomo che da un'altura scruta il mare colore del vino: Omero, nell'Iliade, misura «il loro slancio su distanze rapportate all'universo intero», e se quei cavalli saltassero due volte non ci sarebbe più spazio al mondo. Nell'Odissea quello stesso Omero, ora vecchio, è come un sole al tramonto, «simile all'Oceano che retrocede in sé stesso e si isola nei propri confini». L'Iliade è capace di rappresen ...;
[Read more...]I cavalli degli dèi balzano in aria d'un colpo quanto lontano abbraccia con gli occhi un uomo che da un'altura scruta il mare colore del vino: Omero, nell'Iliade, misura «il loro slancio su distanze rapportate all'universo intero», e se quei cavalli saltassero due volte non ci sarebbe più spazio al mondo. Nell'Odissea quello stesso Omero, ora vecchio, è come un sole al tramonto, «simile all'Oceano che retrocede in sé stesso e si isola nei propri confini». L'Iliade è capace di rappresentare il divino come grande, immacolato, puro. Allo stesso modo il libro biblico della Genesi, raccontando «Dio disse: sia la luce. E la luce fu», fa mostra della medesima sublime potenza. Chi parla così è l'autore, al quale non riusciamo a dare un nome, del breve trattato Sul sublime, quello che, dopo la Poetica di Aristotele, ha conosciuto maggior fortuna nella cultura occidentale; colui che ha consacrato per sempre la nozione di tutto ciò che è elevato, possente di sentimento, agonistico, vibrante nel cuore stesso degli esseri umani, e nella letteratura.