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Monograph to Print
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Pubblicazione:Genova : Erga, stampa 2003
Abstract: Raccontare l'Africa, quella che nell'immaginario collettivo appare spesso come un continente dalle distanze sconfinate, dall'umanità complessa e dalle ricchezze fruibili soltanto da pochi fortunati non è impresa facile; occorrono sensibilità, conoscenza profonda della realtà vissuta in prima persona, della cultura e delle tradizioni millenarie di popoli ai quali è rimasta intatta la dignità di un'esistenza che è andata modificandosi nel corso del tempo con una velocità davvero inaspett ...;
[Read more...]Raccontare l'Africa, quella che nell'immaginario collettivo appare spesso come un continente dalle distanze sconfinate, dall'umanità complessa e dalle ricchezze fruibili soltanto da pochi fortunati non è impresa facile; occorrono sensibilità, conoscenza profonda della realtà vissuta in prima persona, della cultura e delle tradizioni millenarie di popoli ai quali è rimasta intatta la dignità di un'esistenza che è andata modificandosi nel corso del tempo con una velocità davvero inaspettata.
Là dove un tempo esistevano grandi regni, prima che il commercio degli schiavi cambiasse radicalmente il volto dell'Africa e delle sue genti, e che la mano spietata dell'Occidente avesse ragione dell'indipendenza di stati sovrani dal passato a molti sconosciuto, rimangono oggi le testimonianze di un tempo glorioso che la storia più recente non è riuscita a cancellare.
Il valore della Tradizione orale
Il valore della tradizione orale, sopravvissuta nei secoli e giunta fino a noi, di cui troviamo traccia nelle parole degli anziani, in qualunque angolo, sia pure il più remoto di un continente dai mille volti, nei miti di cui si conserva la memoria attraverso i canti dei griots, ci appare ancor oggi inestimabile, e ci sorprende ritrovare la stessa antica memoria al di là dell'Oceano, in quello che un tempo ormai lontano fu definito il “Nuovo Mondo”, a Cuba, in Brasile, nei repertori in lingua africana della Santeria e del Candomblé.
L'Africa di oggi, quella di Padre Silvano Galli, non è affatto l'universo che molto spesso i mass media ci hanno abituato a conoscere, quello turistica, abbagliante e superficiale, né quello miserabile e sofferente delle guerre, delle carestie, delle malattie endemiche, del dolore che ormai è impresso nella memoria di chi non si spinge oltre la semplice apparenza.
Un continente con radici profonde
“Sguardi d'Africa” è un volume che raccoglie cinque testimonianze di grande pregio e rende giustizia ad un continente ricco di umanità e tradizioni, é il ritratto di un gigante dal cuore troppo spesso ferito, che ha radici profonde nelle usanze delle genti che lo abitano, popoli dai costumi millenari, che camminano con dignità e fierezza e lottano ogni giorno per la sopravvivenza e per un futuro migliore.
Un'autentica passione per l'Africa quella di Silvano Galli, come uomo e come missionario della SMA, la Società delle Missioni Africane, che opera da tempo in numerosi paesi, dalla Costa d'Avorio all'Angola, un religioso ed uno studioso sensibile ed attento, che per molti anni ha vissuto e condiviso la quotidianità delle genti che silenziosamente percorrono senza sosta un sentiero difficile, quello del riscatto e della convivenza non sempre facile con i rappresentanti dell'Occidente spesso disattento alle problematiche autentiche così come all'essenza di un mondo ricco di cultura e di saggezza.
La saga dei cacciatori
Cinque i contributi presenti nel volume curato da Silvano Galli, reso splendido anche per effetto delle immagini fotografiche che fanno da cornice ai testi. Il primo, di cui è autore Franco Martellozzo, riferisce delle tradizioni orali, autentici archivi storici e letterari dell'Africa come appare chiaro nelle parole del grande Amadou Hampâté Bâ e che i missionari da sempre raccolgono per contribuire alla conoscenza delle genti che da millenni abitano un continente spesso guardato con sospetto e gratuito paternalismo.
Nella parola tramandata dalla notte dei tempi ad opera degli anziani alle giovani generazioni ritroviamo la fierezza dell'Africa e della sua complessa umanità.
“La cosa più importante è saper ascoltare. Devi smettere di essere quello che tu sei e dimenticare ciò che sai. Se resti pieno di te stesso e ricolmo del tuo sapere, il tuo prossimo non troverà nessuna apertura per entrare in te. Resterà se stesso e tu quello che sei”, sono parole del maestro Tierno Bokar al giovane allievo, il grande scrittore nativo del Mali Amadou Hampâté Bâ, storico, etnologo, poeta e narratore di altissimo livello, una tra le maggiori figure della saggezza e della cultura africana, autore del racconto didattico “Kaydara”, summa dell'insegnamento della cultura Peul (Niger), romanzo iniziatico dalle immagini straordinarie che ci guidano alla scoperta dell'uomo e alla presa di coscienza di sé.
Il mito raffigurato nell'arte
Il racconto di Amadou Hampâté Bâ, che appartiene alla tradizione orale dei Peul, etnia stanziata da sempre nel territorio dell'ansa del fiume Niger, si rivela, in un susseguirsi di immagini misteriose e fantastiche, un testo ricco di simbolismi che si prefiggono di svelare i complessi rapporti tra le forze dell'universo che ci circonda e gli esseri umani che lo abitano.
Dalla parola orale all'arte, rappresentata dalle pagine dedicate al Museo SMA di Lione, curate da Alain Derbier, ed alle sue opere, veri capolavori provenienti dalle zone più differenti dell'Africa, una vetrina per meglio farsi conoscere ed apprezzare in un universo multiculturale quale è quello in cui viviamo e diffondere attraverso le sue collezioni, le tradizioni dei popoli che hanno prodotti i preziosi manufatti e da cui hanno tratto ispirazione anche artisti di fama internazionale come Magritte e Picasso.
Il messaggio dei manoscritti
Dalle morbide forme assunte dal legno e dalla lucentezza dei metalli preziosi che rimandano ad un passato glorioso, si passa alla vivacità dei colori che rendono inimitabili i tessuti illustrati nel contributo prezioso di Maria Giovanna Parodi Da Passano, e che svolgono un ruolo rilevante a livello tradizionale.
Stoffe dai nomi singolari e suggestivi come i “pagnes”, che indicano uno status sociale ben definito; un linguaggio complesso il loro, che ci consente di riconoscere oggi anche la fede politica, il credo religioso di chi li indossa accanto alla possibilità di rilevare stati d'animo e bisogni esistenziali quotidiani.
Il segreto dei manoscritti sepolti
Per concludere questo viaggio nel cuore dell'Africa e delle sue tradizioni, non poteva certo mancare l'apporto inimitabile del compianto Attilio Gaudio, profondo conoscitore delle realtà africane, giornalista, accademico e viaggiatore sensibile che ha perlustrato per anni le zone più impervie e remote del continente nero alla ricerca di antichi manoscritti sepolti da tempo dall'oblio delle sabbie infuocate del deserto.
Tesori riportati alla luce, manoscritti che vanno dall'anno 1000 all'inizio dell'epoca coloniale di cui lo studioso ha saputo tramandare fino a noi la conoscenza e l'importanza, un patrimonio di inestimabile valore per il mondo intero, testimonianza di una parola non più soltanto “orale” ma fissata per sempre sulle pagine ingiallite dal tempo.
Un prezioso scrigno di tesori, che ci giungono da un mondo a noi conosciuto solo in parte, “Sguardi d'Africa” si rivela un'opera di grande impatto visivo ed emozionale; una scoperta del cuore vivo e pulsante di un'Africa che merita di essere conosciuta ed amata al di là di ogni futile ed inutile retorica.