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Texte imprimé
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Autore:Pansa, Giampaolo
Pubblicazione:Milano : Sperling & Kupfer, 2006
Résumé/Synthèse: Per decenni la guerra di liberazione è stata blindata dal Pci, che ne fu il principale protagonista, in una sorta di mito fondativo della Repubblica, al riparo da qualunque critica. A violare il silenzio istituzionale ci ha pensato il nuovo capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che nel primo messaggio al Parlamento ha ricordato la Resistenza, certo, ma anche le sue zone d'ombra, gli eccessi, le aberrazioni. Una schiettezza ancora più apprezzabile, perché viene proprio da un leader poli ...;
[Tout lire...]Per decenni la guerra di liberazione è stata blindata dal Pci, che ne fu il principale protagonista, in una sorta di mito fondativo della Repubblica, al riparo da qualunque critica. A violare il silenzio istituzionale ci ha pensato il nuovo capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che nel primo messaggio al Parlamento ha ricordato la Resistenza, certo, ma anche le sue zone d'ombra, gli eccessi, le aberrazioni. Una schiettezza ancora più apprezzabile, perché viene proprio da un leader politico cresciuto nella famiglia comunista. Che cosa è intervenuto per far emergere questa verità persino al Quirinale? Forse devono aver influito pure i libri di Giampaolo Pansa sulla guerra civile. Un lungo racconto, iniziato nel 2002 con "I figli dell'Aquila" e proseguito con "Il sangue dei vinti" e "Sconosciuto 1945". Ora il racconto si conclude con "La Grande Bugia". È un testo diverso dai precedenti. Anche qui il lettore troverà nuove testimonianze emerse dal mondo dei fascisti sconfitti. Ma il cuore del libro è un altro, ed è rivolto all'oggi. C'è il diario delle esperienze di Pansa come autore di ricerche sulla guerra interna. C'è la sua risposta alle stroncature più acide. E infine la ricostruzione di vicende accadute a personaggi che, prima di lui, sono passati sotto le forche caudine di chi rifiutava qualsiasi revisione della Grande Bugia. Ossia del ritratto reticente, incompleto, spesso falso e dunque bugiardo della nostra guerra civile, che le sinistre italiane hanno costruito e protetto per sessant'anni. "La Grande Bugia" è stata anche lo scudo dietro cui si sono nascosti tanti di coloro che hanno cercato di screditare il lavoro di Pansa. L'autore ripercorre le loro ripetute aggressioni in una narrazione puntigliosa e animata da una cattiveria allegra, dove i protagonisti, citati con nome e cognome, sono quelli che uno storico, pure avverso ai libri di Pansa, ha definito i Guardiani del Faro Resistenziale. Politici di ogni calibro. Baronetti universitari. Capi del reducismo partigiano. Esorcisti del diavolo revisionista. Antifascisti autoritari. Direttori di giornali post-comunisti. Presunti opinion leaders. Presenzialisti del circo televisivo. E più di un furbetto del quartierino storiografico, sempre pronto a salire in cattedra con il ditino alzato. Pagina dopo pagina, queste figure e figurine vengono descritte nella loro sterile faziosità. "La Grande Bugia" è un libro di battaglia politica e civile, talvolta velenosa, ma sempre sorridente. Nel megastore librario italiano mancava da tempo un testo così. Anche per questo i lettori lo apprezzeranno.